Il suo lavoro, fatto in un tempo non sospetto, riesce a mettere in luce il complesso rapporto che a Genova hanno mare, montagna, corsi d’acqua, edifici. Nel suo lavoro ci troviamo di fronte a un groviglio piranesiano, totalmente antiprospettico, che si pone in aperta antitesi con il solido geometrico che pende dal soffitto della galleria, davanti a un oculo che segna un’apertura sulla facciata dell’antico palazzo in cui è ubicato lo spazio espositivo. È un gioco continuo di rimandi fra contenuto e contenitore.