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Point of view

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Point of View nasce dall’incontro con Gianfranco Pangrazio, figlio di Rosa Leonardi, gallerista che ha segnato un momento importante della cultura artistica genovese, e alla conseguente visita all’Archivio Leonardi V/idea di Genova.

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Hanne Darboven - Sol Lewitt

Gli artisti selezionati da Chiara Pinardi sono Vincenzo Agnetti, Alighiero & Boetti, Hanne Darboven, Sol Lewitt, Ivano Sossella sul versante più strettamente concettuale, mentre su un versante sempre concettuale ma più orientato ad ambiti di ricerca che vanno dalle prime sperimentazioni di nuove tecnologie, con i Giovanotti Mondani Meccanici e Tommaso Tozzi e passando attraverso i video di Pipilotti Rist giungono ad un’analisi dei codici comportamentali in seno al sistema dell’arte e non solo, di Maurizio Cattelan.

Sol Lewitt

"Sette Stelle"

Gli artisti coinvolti nella mostra Point of View sono fra coloro ai quali non solo la curatrice e gallerista Chiara Pinardi attribuisce una chiara considerazione, ma la collettività tutta oggi ne riconosce il valore, non solo di mercato, ma anche di identità culturale non disgiunta dalla propria memoria storica.

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GMM

"Il colore delle tenebre"

La mostra, dal forte impatto visivo, presenta opere storiche rispetto alla ricerca dei singoli artisti rappresentati, sottolineando l’attenzione che Rosa Leonardi con la sua galleria a Genova, nel corso degli anni ha sempre prestato ai nuovi ambiti di ricerca, scegliendo con puntualità e precisione ogni emergere di nuove istanze artistiche, a testimonianza e comprova che il cambiamento nasce sempre in periferia, lontano dal dominant che occupa sistematicamente il centro.

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Maurizio Cattelan

Testo critico

La selezione di opere e artisti in mostra non si è rivelata semplice data la straordinaria quantità di materiale conservato. È stata una scelta che ha dunque comportato l’esclusione delle esperienze del Gruppo Zero (Günther Uecker), dell’astrattismo (Piero Manzoni, Enrico Castellani, Dadamaino, Agostino Bonalumi), degli artisti Fluxus (in particolare Giuseppe Chiari e Takako Saito), della poesia visiva (Mauro Manfredi), della produzione degli artisti optical e cinetici (da Vasarely a Morellet, dal Gruppo Enne a Le Parc, oltre a Getulio Alviani, Alberto Biasi, Gianni Colombo), delle ricerche del Bauhaus immaginista e del Situazionismo (Pinot Gallizio e Piero Simondo). Le esperienze citate non sono certo esaustive e indicano solo in parte gli interessi specifici in ambito artistico della galleria Leonardi V-idea.

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Maurizio Cattelan

"AC Forniture sud - Rauss" 1990 - 1991

In Point of view, con Vincenzo Agnetti, Hanne Darboven e Sol Lewitt entriamo nel territorio dell’arte in un’accezione rigorosamente concettuale. La produzione artistica di Vincenzo Agnetti procede lungo precise linee di riflessione: il linguaggio, il tempo, la comunicazione nella sua singolarità e universalità. Nelle sue opere rimangono fondamentali i concetti di parola, relazione, traduzione, territorio (esemplificativa è l’opera in mostra). Il meticoloso lavoro concettuale di Hanne Darboven è composto sostanzialmente da foto e appunti scritti a mano: lettere e parole ripetute ossessivamente, il calcolo dei numeri e l’impiego delle date per parlare dell’esistente. Sol Lewitt, del quale rimane fondamentale lo scritto Paragraphs on Coceptual Art, pubblicato sulla rivista “Artforum” nel 1967, afferma che nell’Arte concettuale l’idea o il concetto, il processo creativo, è l’aspetto più importante del lavoro e del prodotto finale. Nascono così i primi Wall Drawings, grandi disegni su parete progettati dall’artista ed eseguiti da assistenti.

In mostra ho scelto di rappresentare anche Alighiero Boetti, tra gli artisti inclusi da Germano Celant nella mostra Arte povera – Im Spazio alla galleria La Bertesca di Genova nel 1967. Boetti, con il primo lavoro della serie Mappa, si avvale di un procedimento che scinde l’artista, soggetto coinvolto nel progetto, dalle afghane, coinvolte nell’esecuzione. È la svolta della sua opera in ambito essenzialmente concettuale, avvenuta nel 1972 in concomitanza con lo sdoppiamento del proprio nome in “Alighiero e Boetti”, operazione con cui mette in crisi l’identità dell’artista stesso.

Vincenzo Agnetti

"Spazio perduto e spazio costruito" 1971

Allontanandomi dal concettuale storico, ho incluso i Giovanotti Mondani Meccanici, mostra di esordio della galleria Leonardi V-idea, i quali esploravano un fronte poco praticato nel panorama italiano, quello della videoarte e delle video-installazioni. Procedendo su questa linea di sperimentazione delle potenzialità della tecnologia, in mostra è rappresentato il fiorentino Tommaso Tozzi, pioniere della Hacker Art, che nel 1989 ha presentato un video in cui scorreva lo slogan Ribellati! accanto a opere di altri artisti, del quale il manifesto in mostra ne è testimonianza. E così la svizzera Pipilotti Rist, la quale si avvale di video e installazioni multimediali per creare il suo particolare universo visivo e sonoro.

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Alighiero & Boetti

Dalla "Serie di calendari" 1985

L’interesse per la cultura popolare e la quotidianità contemporanea, oltre all’analisi dei codici comportamentali attraverso il linguaggio visivo e sonoro, che la Rist compie, costituisce un nesso con l’esperienza neo-concettuale, vicina alla sensibilità minimalista della postmodernità, di Maurizio Cattelan. Da un lato, nel suo lavoro emerge la sua attenzione per l’arte come sistema e l’interrogarsi su di essa evidenziandone i meccanismi interni. Dall’altro, mi interessava l’interferenza dell’arte con il sociale e con un immaginario collettivo che impatta emotivamente sullo spettatore attraverso un procedimento di svelamento prodotto dalla natura simbolica delle opere. Stand abusivo, presentato nel 1991 alla Fiera di Bologna, del quale in mostra rimane testimonianza Rauss, motto della squadra di calcio fondata da Cattelan e formata da immigrati senegalesi, è uno dei primi lavori dell’artista in cui un fatto sociale, un dato della quotidianità è centrale.

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Tommaso Tozzi "Ribellati!" 1989

In questa selezione il mio intento era quello di cogliere e comunicare scelte rappresentative di ricerca nel campo artistico. Sono stata guidata dalle competenze acquisite nel corso del tempo, dalla passione che mi guida in questa attività, dalle mie inclinazioni personali, scegliendo artisti nei quali la collettività riconosce un valore, non solo di mercato, ma anche di identità culturale e memoria storica.

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Pipilotti Rist "Apricots along the street" 2001