Lorenzo Gatti è nato a Baringa, nella Repubblica Democratica del Congo, nel 1955. Vive e lavora a Milano. La sua professione di architetto influenzerà profondamente la sua ricerca artistica, in particolare per l’attenzione alla forma e alla struttura delle opere ma anche per quanto riguarda la commistione di tecniche, stili e materiali. Egli infatti fa della commistione uno dei suoi tratti caratterizzanti, soprattutto tra pittura, scultura e architettura. Molte delle opere da lui create, sono in un certo senso “sculture da appendere”. Si appendono come un quadro, si strutturano come un’architettura e si materializzano come una scultura; tuttavia, non appartengono davvero a nessuna delle tre categorie e per giunta servono a destabilizzarle e mostrarne le regole e vincoli come debolezza e disagio. I vincoli sono di carattere strutturale e funzionale per l’architettura, di ingombro e peso per la scultura e di bidimensionalità e immaginario per la pittura.
"Trofeo - Cornice bianca" - 2002 - cm 80 x 150 x 12 - Acrilico su legno e cerniere in ottone
Lorenzo Gatti Genova
Nell’interazione di questi elementi e nella sospensione tra queste categorie che si genera agli occhi di chi guarda, si produce uno slittamento tra utopia e atopia. Questo è particolarmente evidente nei suoi lavori delle rappresentazioni degli edifici-bunker, dove la forma architettonica del bunker interagisce con la pittura e con elementi aggettanti in ferro o legno. Il bunker stesso come struttura diventerà il soggetto di un’intera serie di lavori: l’interesse speciale dell’artista verso questo tipo di edificio nasce per il suo particolare procedimento progettuale, teso solo a fini di tipo funzionale, senza nessun interesse di tipo estetico.
"Fagocitosi" - 2009 - nr. 8 opere cm 50 x 120 cad - Acrilico su tela di lino
Lorenzo Gatti Genova
Un altro punto focale della ricerca dell’artista è quello di tipo linguistico e concettuale. Nelle opere vengono usati oggetti “sottratti” al loro uso pratico (una lavagna, un flipper, dei quaderni) che in questo modo raggiungono diversi livelli linguistici e di significato. La scrittura stessa viene usata come mezzo artistico: in un’opera Gatti mette a confrontoi suoi appunti scritti a mano con una versione scannerizzata con AUTOCAD, in cui il soggetto diventa la differenza incolmabile tra umanità e tecnologia, che per quanto possa svolgere la maggior parte dei lavori dell’uomo, non potrà mai eguagliarne la creatività.
"Lavagna dima"
2000 - cm 110 x 105 x 20 - Legno, cerniere in ottone, stampa digitale su carta
Invece, in una delle ultime opere realizzate dall’artista, un lavoro sui commentatori dell’Ethica del filosofo Baruch Spinoza, la scrittura, nonostante sia il mezzo con cui l’oggetto artistico sia stato creato, perde di importanza rispetto alla modalità di disposizione fisica dell’installazione nello spazio. Lorenzo Gatti ha esposto i suoi lavori in contesti nazionali e internazionali, in occasione di mostre personali e collettive.
"Striscia di tre quaderni"
2019/2020 - cm 20 x 120 x 4 - Legno, quaderni per appunti disegnati
"Elenco - poster contaminato dalle Ferrari"
1993 - cm 95 x 70 - Acrilico su poster
Nella sua ultima esposizione personale, presentata alla galleria d’arte SharEvolution di Genova, espone opere realizzate in diversi periodi della sua carriera d’artista. Il titolo scelto per la mostra, Panoplie, è indicativo. Il termine ha un’origine greca, pan = tutto e oplon = arma, quest’ultima ripresa al plurale per ricordare le armi usate in passato come trofeo bellico e appese alle pareti delle case nobiliari. Inoltre, la pronuncia alla francese dell’artista, che pone l’accento sulla lettera finale “panopliè”, rimanda foneticamente al suono pli, in italiano piega. Si tratta di un termine chiave nell’opera dell’artista, in quanto le pieghe, nel loro piegarsi e ripiegarsi replicando se stesse, rimandano al campo aritmetico, poetico, visuale, plastico, letterario, musicale, filosofico, e con la loro forma rendono i lavori (soprattutto i fogli plissettati della sua riflessione su Spinoza) a cavallo fra il bi- e il tridimensionale, diventando quindi ottimo simbolo di quella commistione di generi e stili a cui si era prima accennato.
"Palestra C.A.D."
2019 - cm 29 X 38 - Disegno CAD su scansione di disegni a mano stampato su cartoncino
"Diagramma Sévérac 1"
2017 - cm 91 x 93 - Planimetria nr. 16-1 - Disegno CAD su carta da plotter