Riportiamo qui un breve testo testo estratto dal catalogo della curatrice Viana Conti:
“Nella mostra Muri I di Federico De Leonardis l’architettura medievale di Palazzo Andrea Doria – splendore architettonico di fine Quattrocento – e il suo vuoto, sono protagonisti e lo sono in virtù dell’evento progettato: lo strappo delle funi d’acciaio. Parole, queste, dell’artista, la cui mostra si annuncia a Genova, con vibrante partecipazione e profonda emozione, come il varo di un transatlantico. Essere-Mare – per definirsi tale occorre essere stato, in un tempo indatabile, nave e relitto, acqua e sale, contenitore e contenuto – Essere-Muro, Essere-Strappo, sono già anticipazioni apodittiche che introducono alla mostra: dedica alla città con cui l’artista ha un innegabile, forte, legame. Una detonazione per un salto à rebours, un conto alla rovescia nella storia per anticipare un evento, hic et nunc/qui e ora, del passato. Una cannonata, un fortissimo musicale che spacca il vetro di un oblò del tempio di una città portuale, di una repubblica marinara come Genova. Tre potenti groppi di funi d’acciaio, di quelle braghe che spostano masse di marmo di tonnellate nelle cave, convergono verso il centro dell’oblò della balaustra – connotata dalla bicromia marmorea bianca e nera della tradizione medievale ligure – sul cui vetro spezzato è previsto orientarsi lo sguardo dell’osservatore, condotto, dai vettori direzionali, oltre il muro, sul palazzo esterno.